Trek-Segafredo, Matteo Moschetti sulla via del recupero: “Vado già in bici ma ovviamente solo al chiuso”
Nonostante il ciclismo sia fermo a causa del coronavirus, il recupero di Matteo Moschetti procede più velocemente del previsto. La stagione del velocista italiano, iniziata alla grande con due vittorie al Challenge Mallorca, si era bruscamente interrotta a causa della brutta caduta durante la terza tappa dell’Etoile de Besseges in seguito della quale aveva riportato la frattura dell’acetabolo del femore destro. Dopo l’operazione, il corridore della Trek-Segafredo aveva cominciato il suo lungo percorso riabilitativo, per il quale, alla fine di febbraio, proprio mentre in Italia cominciavano i blocchi per limitare il diffondersi del contagio del coronavirus, si è recato a Forlì per continuare la sua riabilitazione presso il Centro di fisiologia locale.
“Sono rimasto per circa un mese al Centro – ha raccontato il corridore italiano – Le strutture erano incredibili e per i primi tre-quattro giorni ho lavorato molto in piscina. Ho notato molti miglioramenti con queste sessioni di terapia in acqua e dopo tre giorni sono stato in grado di camminare senza il deambulatore, il che è stato fantastico. Quindi, oltre agli esercizi in piscina, abbiamo anche iniziato alcuni lavori specifici come la terapia di massaggio e gli esercizi. Poi ho anche iniziato un po’ di cyclette. Vedevo che stavo migliorando ogni giorno. È stato incredibile e mentalmente ha reso molto più semplice continuare la riabilitazione. Anche se alcuni giorni sono stati difficili, quando ti svegli e senti che il tuo corpo è un po’ rigido e alcuni movimenti delle gambe e delle anche sono difficili. Ma, nonostante avessi perso molta forza in entrambe le gambe, nel mio ultimo giorno al Centro abbiamo fatto alcuni test che hanno dimostrato che entrambe le gambe erano allo stesso livello, il che è davvero un buon segno e la prova che tutto il duro il lavoro svolto è stato ripagato“.
Proprio mentre si trovava a Forlì, in Italia sono cominciate le restrizioni a causa del coronavirus: “La situazione era strana perché inizialmente il blocco era solo in due regioni. All’epoca ero già al Centro, quindi la mia più grande preoccupazione era di riuscire a continuare a fare i miei trattamenti e, fortunatamente, ho potuto. D’altra parte, sapevo che a casa tutti erano al sicuro. Sono stato fortunato che il centro di fisioterapia è rimasto aperto, ma negli ultimi giorni c’erano solo quattro o cinque pazienti, quindi era una situazione strana“.
La “beffa” per Moschetti è stata che sono stati vietati gli allenamenti all’aperto proprio quando lui avrebbe potuto cominciare con le sue uscite su strada: “Dopo i miei ultimi esami, avevo ricevuto l’ok per andare a casa e iniziare a provare ad andare in bici. Il 23 marzo, ho guidato la mia bicicletta per la prima volta dopo l’incidente. È stato un breve sforzo di 20 minuti in casa e, a dire il vero, è stato davvero strano! Abbiamo strutturato un piano di allenamento con l’obiettivo di cercare di migliorare ogni giorno, ma dopo quasi due mesi senza bici, non è semplice”.
Rispetto ad altri corridori per lui non è cambiato molto con la cancellazione delle corse ciclistiche: “Penso che per me non è cambiato molto perché ero già pronto ad affrontare un lungo periodo di recupero. Onestamente, il mio primo pensiero non è andato all’annullamento delle gare e alla sospensione del calendario. Ero più preoccupato per la situazione del progredire dell’infezione e se le persone fossero state al sicuro o meno. Questo non è un momento facile. È più grande di me, dei corridori, della squadra e del ciclismo. Posso immaginare che non sia facile per i ciclisti che si stavano preparando per i grandi obiettivi della stagione. È abbastanza difficile mentalmente, ma l’obiettivo è in qualche modo lo stesso per tutti: per me, tornare dopo l’incidente, e per tutti gli altri ragazzi, è tornare dopo il virus“.
Nonostante le difficoltà, però, il suo recupero sta andando meglio del previsto: “Immediatamente dopo l’intervento, il medico ha detto che avrei potuto ricominciare ad allenarmi alla fine di maggio. Ma ora siamo alla fine di marzo e in realtà sto iniziando a guidare la mia bici, anche se solo al chiuso. Tra due settimane più o meno, se potrò, vorrei tornare al Centro per fare gli ultimi controlli. Se tutto andrà bene, spero di poter iniziare ad allenarmi più intensamente. Quindi probabilmente entro la metà di aprile sarebbe la mia previsione per iniziare ad allenarmi correttamente. Dopo di che avrei bisogno di almeno due mesi di allenamento adeguato prima di tornare a correre”.
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